Perdersi tra le colline note, Uscire di casa, sentire il profumo della primavera e immergersi dopo pochi metri sull’asfalto, nei sentierini della collina adiacente a Torino, esattamente nei pressi di Baldissero, vi assicuro che è una esperienza da vivere.
La terra è umida, profuma, le tenere foglie nuove, di color verde acceso sono già spuntate dandoci la sensazione di far parte integrante della natura. I rumori delle auto e delle moto non esistono più, sembra di essere lontanissimi dalle strade e dai centri abitati. Qui si sentono fruscii e cinguettii di uccellini che si muovono tra le piante. Guardiamo per vedere se vi sono tracce di animali impresse nel terreno morbido, ma non le vediamo, solo impronte di altri escursionisti.
Adesso si annusano leggeri profumi di fiori di primavera. In autunno invece si percepisce l’odore delle foglie cadute e bagnate. Si sale e si scende tra la vegetazione, gli asfodeli sono già spuntati ma non ancora in fiore. Chiacchieriamo e avanziamo con lena, abbiamo voglia di muoverci ed assorbire il paesaggio che ci circonda. Ogni tanto ci sembra di essere osservati, cerchiamo di scorgere nel bosco se vediamo qualche animale ma il loro mimetismo è perfetto e il nostro occhio non è allenato a scoprirli. Diverse volte abbiamo visto caprioli e cinghiali, ed è capitato che ci siamo spaventati entrambi, ci siamo guardati per un istante, uno sguardo intenso di qualche secondo e poi il capriolo con pochi balzi è scomparso così come erano apparso.
Ad un certo punto rivediamo il grande masso a lato del sentiero, c’è ancora, forma quasi una parete. Sentieri che sono stati percorsi e sfruttati nella storia, i loro nomi sono significativi come: “il sentiero della calce” dal quale si ricavava la calce per costruire la Basilica di Superga, la chiesa di Baldissero. Calce preziosa per la sua qualità a detta dell’architetto Juvarra che la volle utilizzare anche per altre sue opere. Sentieri percorsi durante la Seconda Guerra Mondiale da partigiani, soldati, tedeschi; e in tempi remoti forse anche frequentati dai templari che stazionavano tra Chieri e le sue colline. La nostra meta è il Bric della Croce, dalla cui cima non si ha praticamente visuale, in quanto gli alberi cresciuti escludono la vista ed anche la croce la si vede all’ultimo praticamente quando si è ai suoi piedi. La grande croce bianca è veramente imponente sulla piccola altura. Normalmente ci fermiamo un momento, vengono in mente tante domande, poi ci riscuotiamo per riprendere il cammino e rientrare a casa, il sentiero 55 che seguiamo, per poi deviare per altre vie. Ci piace “perderci” tra le colline note. La meta non è tutto, per me in questo caso, è “la scusa” per fare un bel giro circolare passando dai sentieri differenti. Andando in due ci si confronta, quello che non vede uno lo nota l’altro e così si scambiano opinioni. È sempre meglio avere un compagno o compagna di gita anche dal punto di vista della sicurezza. Non si sa mai, prendi una storta, ti ferisci con un ramo il che non è così improbabile. Portare con sé i bastoncini può essere un grande aiuto nelle discese magari scivolose o sulle salite faticose. E poi possono essere utili per scostare la meravigliosa vegetazione.