l 15 settembre 1994, ci lasciava Moana Pozzi. Parlare di lei per chi ha vissuto quegli anni e farsela venire in mente per la sua intelligenza, il suo charme, la sua bellezza, la sua natura spirituale che l’ha contraddistinta e sicuramente portata a vivere esperienze intense, rappresentando una icona sexy, in un Mondo che stava per sdoganare tanti preconcetti, non è semplice. La sua biografia è ovunque, ma mettere a fuoco un personaggio, un mito, una donna, senza tenere in considerazione la persona diventa un gioco difficile simile come giocare alla roulette. Per cui saremo costretti a scendere nel punto dove il mare è più profondo.
Nata a Genova e poi a causa del lavoro del padre si trasferisce prima in Brasile, Canada e Lione, poi a Roma dove inizia a lavorare come modella e comparsa per qualche film. Ma ce la ricordiamo quando in una Italia ancora soffocata dal perbenismo, la nostra nazione veniva travolta dalla nascita dei suoi film pornografici e i cinema iniziavano a riempirsi di uomini, per poi quest’ultimi traghettarsi per vedere più o meno le stesse cose in Discoteca, già dall’inizio degli anni ottanta, attraverso i suoi spettacoli e trovare un piacere sconosciuto, nascosto da tutti, ma curioso di venire a galla per capire, per assaporarne le varie sfumature e farne un argomento di vita importante. Una sorta di sdoganamento della vita, ma cosi difficile da trasmettere. Ecco che allora pubblica a proprie spese il libro La filosofia di Moana e pubblica 20 000 copie per un costo di sessanta milioni di lire, facendo scalpore, anche per alcuni commenti, e veri e propri voti sulle “prestazioni” degli occasionali partner, fra i quali figurava anche un uomo politico inserito senza nome, ma riconoscibile.
E oltre ai film, la televisione e i libri bisognava fare di più per parlare di donne, di sesso, di tabù. Ecco che allora entra in politica nel 1992 con il Partito dell’amore rifondandolo dopo l’uscita di Ilona Staller l’anno precedente. Le proposte di legge, dette Staller, per legalizzare i bordelli, migliorare l’educazione sessuale e la formazione di “parchi dell’amore”, presentate con il Partito Radicale nel 1987 furono messe in secondo piano per un programma più in linea con gli interessi di Moana. Si candidò alle politiche del 1992 e l’anno successivo alle comunali di Roma, ma non riuscì ad arrivare al ballottaggio. Lasciò comunque un’impronta del suo passaggio e della sua idea di vita e di amore, ecco perché ancora oggi la vogliamo ricordare. Moana morì a Lione, scomparendo dalla scena. Ma l’eterna Moana però, continua a vivere.